mercoledì 30 luglio 2008

I BUSKERS A FERRARA (Testo)

Se vi piace la musica, il folklore e un momento di interculturalità musicale, non potete perdervi il festival dei Buskers a Ferrara in agosto.
Appuntamento tradizionale non delude mai gli spettatori.
Vi lasciamo il link:
http://www.ferrarabuskers.com/

E SE LA NATURA NON VI BASTA…COSA NON POTETE PERDERVI (testo)

Se amate la natura ma non solo e siete interessati a volgere il vostro sguardo anche sulle ricchezze culturali del delta del Po sono molte le cose che non potete perdervi. Trovate i link per approfondimenti.


Nella provincia di Ferrara non potete perdervi:
- IL CASTELLO ESTENSE http://www.castelloestense.it
- LE MURA DI FERRARA http://www.artecultura.fe.it
- IL GHETTO EBRAICO DI FERRARA http://www.ferraraterraeacqua.it
- IL CASTELLO DI MESOLA http://www.parcodeltapo.it
- L’ABBAZIA DI POMPOSA http://www.pomposa.info
- I TREPPONTI DI COMACCHIO http://www.comacchio.it
- IL MUSEO DELLA NAVE ROMANA http://www.comacchio.it
- IL DUOMO DI FERRARA http://www.frara.it ; http://www.belpaese.it
- IL FESTIVAL DEI BUSKERS AD AGOSTO http://www.ferrarabuskers.com

Nella provincia di Ravenna non potete perdervi:
- I MOSAICI DI SAN VITALE E GALLA PLACIDIA http://www.ravennamosaici.it
- I MOSAICI DI SANT’APOLLINARE IN CLASSE http://www.turismo.ravenna.it
- I MOSAICI DI SANT’APOLLINARE NUOVO http://www.imonumenti.it
- I MOSAICI DI SANT'APOLLINARE IN CLASSE http://www.sovrintendenzaravenna.beniculturali.it
- IL BATTISTERO DEGLI ARIANI http://www.sitiunesco.com
- LA TOMBA DI DANTE http://www.romagnamania.com
- LA CHIESA DI SAN FRANCESCO http://www.viviravenna.it

martedì 29 luglio 2008

escursione "relitto del Paguro"

A Marina di Ravenna, non molti sanno che è possibile fare immersioni alla scoperta del relitto del "Paguro" che non è un animale, ma una vecchia piattaforma affondata nel 1965 a causa di un'esplosione, usata per estrarre il metano.
Da luogo di tragedia, questo relitto è diventato nel tempo meta per i subacquei sportivi poichè, in quel reef artificiale si è sviluppata una ricchezza di vita eccezionale.
Accompagnati dai sommozzatori guida, scendendo in due punti, i sub possono osservare tantissime forme di vita marina.

domenica 27 luglio 2008

RISOTTO CON L'ANGUILLA (RICETTA)

Ingredienti: 4 hg di anguilla - 4 hg di riso - 1 litro di brodo bollente - 4 cucchiai di olio d'oliva - un mazzetto di prezzemolo - 1/2 cipolla - 1 spicchio d'aglio - qualche foglia di alloro - il succo di 1/2 limone sale e pepe.

Per 4 persone.

Preparazione: Pulite e lavate l'anguilla, toglitele la pelle e la spina dorsale e poi tagliatela a pezzi. In una pentola, preparate un soffritto con l'olio, la cipolla, lo spicchio d'aglio (che dovete togliere quando incomincia a prendere colore), il prezzemolo tritato e l'alloro. Dopo qualche momento, unite i pezzi di anguilla, lasciate rosolare la carne per 10 minuti prima di aggiungere il sale, il succo di 1/2 limone e un po' di brodo. L'anguilla deve cuocere fìno a spappolarsi e solo a questo punto potete buttare il riso, mescolando continuamente e aggiungendo altro brodo, poco per volta. Prima di servire il risotto in tavola, pepatelo secondo il vostro gusto.

RISOTTO CON CAPITONE (RICETTA)

Ingredienti: 1 capitone da 1 Kg circa - 1/2 bicchiere d'olio - 1 spicchio d'aglio - 1 carota - 1 costa di sedano - 4 hg di riso - pepe - sale.
Per 4 persone.

Preparazione: In acqua salata lessate la testa, la spina dorsale e il fegato del capitone, lasciando bollire tanto a lungo che tutto cominci a disfarsi, e poi passate per ottenere un brodino denso e scuro. Tagliate il capitone a pezzi che disporrete salati e pepati in forno dopo averli unti d'olio (cuociono in 3/4 d'ora circa). A parte, in una casseruola abbastanza alta, fate soffriggere in poco olio carota, aglio e sedano tritati e, appena avranno preso colore, buttate il riso: dovrete bagnare continuamente con il brodino preparato prima e tenuto sempre in ebollizione. Continuate a mescolare il riso e ad aggiungere un po' di brodo alla volta, intanto controllate la cottura dei pezzi di capitone che sono al forno. Quando il riso sarà cotto, versatelo in una terrina e intorno disponete il capitone arrostito

SEPPIE IN UMIDO (RICETTA)

Ingredienti: 1 Kg di seppie (e anche più) - un po' di cannella, di noce moscato, di olio e di sale - 4 spicchi di aglio - 1 mazzetto do prezzemolo - 3 hg di margarina - 1 bicchiere d'acqua - 4 bicchieri conserva di pomodoro - 1 bicchiere di vino bianco - il succo di 1 limone.

Per 4 persone.

Preparazione: pulite con cura le seppie e, tagliandole a pezzetti, cercate di togliere tutte le cartilagini scure che sono all'interno.Lavatele in acqua corrente con molto scrupolo e mettetele a scolare spruzzandole col succo del limone. Versatele poi in una pentola e mettetele sul fuoco basso perché lascino uscire ancora l'acqua che contengono. Acqua che provvederete a eliminare continuamente (almeno per 3-4 volte). Preparate, intanto, una teglia con poco olio, prezzemolo tritato, aglio e lasciate rosolare a fuoco lento per 10 minuti circa. Aggiungete poi la margarina, le seppie, il bicchiere di acqua, la cannella, la noce moscata, il sale, dopo tre quarti d'ora di cottura a fuoco lento, aggiungete il vino bianco e lasciate cuocere ancora per 40 minuti, sempre a fuoco moderato e mescolando abbastanza spesso.

SARDINE 'IN SAOR' (RICETTA)

Ingredienti: 8 hg di sardine - 1 pugno di farina - 3 cipolle - 1 cucchiaio di zucchero - 1 manciata di uva passa prezzemolo - basilico - 2 bicchieri di aceto - sale.

Per 5 persone.

Preparazione Togliete la testa alle sardine, pulitele e lavatele accuratamente, infarinatele e friggetele in una padella con molto olio. Non appena cotte, adagiatele sopra una carta assorbente (una volta si usava la carta del formaggio o quella azzurra dello zucchero) perché si asciughino il più possibile. A parte mettete a soffriggere le cipolle tagliate sottili, qualche momento prima che prendano colore versatevi l'aceto, lo zucchero, l'uva passa e lasciate a friggere per altri cinque minuti. Stendete quindi le sardine sul fondo di una terrina in modo che formino uno strato di spessore uniforme, copritele col soffritto appena preparato, aggiungendo eventualmente un po' di aceto (se qualche sardina tendesse ad affiorare) e spolverate con prezzemolo e basilico tritati

COZZE AL FORNO CON PANGRATTATO (RICETTA)

Ingredienti: 1 Kg di cozze - un trito di aglio, prezzemolo e pangrattato (1 hg di pane circa) qualche cucchiaio di aceto - 4-5 cucchiai di olio - sale - pepe.

Per 4-5 persone.

Preparazione: raschiate le cozze e lavatele in acqua corrente a lungo. Mettetele sul fuoco in una padella coperta e rovesciatele per farle saltellare in modo che si aprano, poi versatele in un gran piatto. Eliminate le conchiglie vuote tenendo tutte quelle col mollusco e allineate queste ultime in una padella, coprendole quindi col trito di aglio, prezzemolo e pangrattato. Mescolate in una ciottola l'olio con l'aceto, poco sale e un pizzico di pepe, e versate tutto sulle cozze. Infornate la padella e tenetela d'occhio. Le cozze sono pronte quando si indorano in superficie. Vanno servite ben calde

GAMBERETTI AL VINO BIANCO (RICETTA)

Ingredienti: 1/2 Kg di gamberetti - un poco d'olio - 3 spicchi d'aglio - 1/2 bicchiere di vino bianco - un pizzico di sale e pepe - un mazzetto di prezzemolo.

Per 4 persone.

Preparazione: lavate con cura, in acqua corrente, i gamberetti (se siete pigri, potete usare anche quelli surgelati) e asciugateli su uno strofinaccio pulito, Mettete, in una padella, un poco d'olio e fateci rosolare gli spicchi d'aglio che toglierete appena cominceranno a prendere colore. Gettate i gamberetti nell'olio e fateli friggere a fuoco vivo per 5 minuti, poi versatevi sopra il vino bianco e lasciate che evapori lentamente, abbassando un poco la fiamma. A questo punto salate con moderazione e aggiungete un pizzico di pepe, Un minuto prima di toglierli dal fuoco, versate anche il prezzemolo tritato. Servite i gamberetti caldissimi.

sabato 26 luglio 2008

ANCORA QUALCOSA SUGLI ITINERARI...

Il Parco-oasi naturalistica delle valli di Argenta e Marmorta, istituito nel 1977, si stende su 1600 ettari di acquitrini, valli di aqua dolce e boschi igrofili; ai margini dell'oasi, nel casino di Campotto si può visitare il Museo delle valli di Argenta.
La pineta di Classe, si stende a sud est della basilica ed è parte di un bosco che in origine copriva tutto il litorale; il pino domestico che la compone fu qui introdotto in antico per la necessità di legname dei cantieri navali del porto di classe.
La pineta di San Vitale si stende a levante della statale Romea, un tempo era unita lungo il litorale alle pinete di Classe e Cervia; sulla sinistra della statale, in prossimità della cassa di colmata del torrente Lamone, c'è l'oasi faunistica di Punte Alberete, raro esempio di bosco palustre padano, habitat di molte specie di uccelli acquatici e palustri.
Terme di Punta Marina: lo stabilimento fu costruito nel 1963 sul mare, vi si sfruttano le proprietà della sabbia e dell'acqua marina utilizzate per la curad eidisturbi ginecologici, delle vie respiratorie e dell'artrosi (fanghi di sabbia, inalazioni e bagni).
Poco distante da Marina di Ravenna, (a 5 km) in bicicletta si può arrivare al Capanno di Garibaldi dove l'eroe vi passò una notte dell'agosto del 1849 in seguito alla caduta della repubblica romana.
Immersi nel verde e nei pini, piacevolmente si può pedalare lungo Marina Romea (a 5 km da Marina di Ravenna).

ESCURSIONI NEI DINTORNI DI COMACCHIO

A 4 km a sud-ovest di Comacchio, ci sono i resti della chiesa paleocristiana di S. Maria in Pado Vetere che terstimoniano la presenza di un insediamento sino in epoca altomedievale e sono quanto è rimasto in luce dell'area archeologica di Spina, la scomparsa città commerciale e marinara etrusca che fiorì dalla fine del sec. VI al III a.C. Reperti e suppellettili qui rinvenuti si trovano nel Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, mentre nel locale antiquarium, in periodo estivo, vengono allestite mostre temporanee.
La valle Bertuzzi si stende da Borgo Manara, km 8 a nord, fino al Lido di Volano. E' un affascinante ambiente lagunare di acque salmastre, importante per avifauna che vi nidifica e per la vegetazione delle barene e dei dossi; è possibile visitare il "lavoriero", impianto per la cattura delle anguille.
Nelle valli di Comacchio, si possono effettuare escursioni in barca, oppure in auto fino al casone di Foce (centro di documentazione) proseguendo poi a piedi. Si notano vasti specchi d'acqua profondi circa un metro e separati da dune o da arginature artificiali, estesi alla foce del Reno e costituiscono il più importante complesso vallivo acqueo d'Italia. Numerosi lungo gli argini, i punti di osservazione dell'avifauna. All'altezza del Lido di Spina si può accedere alle saline di Comacchio, impianto di epoca napoleonica.
Diverse escursioni in motonave o bicicletta si possono percorrere nelle 6 "stazioni" del Parco regionale del Delta del Po, nei 60 mila ettari delle province di Ferrara e Ravenna:
  • Volano-Mesola-Goro
  • Centro storico di Comacchio
  • Valli di Comacchio
  • Campotto di Argenta
  • Pineta di San Vitale e piallasse di Ravenna
  • Pineta di Classe e salina di Cervia.

venerdì 25 luglio 2008

BISATA (RICETTA)

Ingredienti: 1 anguilla da 1 Kg - 1/2 hg di burro - olio - aglio - prezzemolo - conserva di pomodoro - sale - pepe - cannella.

Preparazione: spellate l'anguilla, liberatela dalle interiora, tagliatela a pezzi lunghi circa 5 cm., mettetela in una teglia con il prezzemolo tritato e due o tre spicchi di aglio ridotti a pezzettini. Spolverizzatela con cannella e pepe e cuocete a fuoco lento. In una teglia a parte, versate un po' di olio e qualche cucchiaio di conserva preparata in casa, fate cuocere per circa mezz'ora e versate il sugo ottenuto sull'anguilla. Lasciate bollire, sempre a fuoco lento, provvedendo a girare i singoli pezzi, almeno una volta, senza romperli. Per ultimo aggiungete il burro e il sale, un quarto d'ora circa prima di togliere la teglia dal fuoco.

ANGUILLA IN UMIDO (RICETTA)


Ingredienti: 1 anguilla di almeno 1 Kg - 1 cipolla grossa - 1/2 bicchiere di olio d'oliva - 2 spicchi d'aglio - 3 pomodori pelati - un mazzetto di prezzemolo tritato - sale - pepe - qualche cucchiaio d'aceto.
Per 4-5 persone.
Preparazione: pulite con cura l'anguilla e tagliatela a pezzi lunghi circa 6-7 cm. In una casseruola preparate un po' d'olio, i due spicchi d'aglio tagliati a fettine, i 3 pomodori pelati e disponetevi sopra i tronchetti di anguilla mettendo tutto sul fuoco. Dopo qualche minuto, aggiungete il prezzemolo tritato, sale e pepe, Lasciate rosolare tutto, muovendo la casseruola per impedire che i pezzi d'anguilla si attacchino al fondo, e, quando saranno ben rosolati, versate l'aceto e lasciate cuocere a fuoco molto basso per più di un'ora, mescolando delicatamente e spegnendo la fiamma quando c'è ancora un po' di sugo, Si serve con la polenta appena cotta.Nel Polesine , dove le anguille abbondano nelle valli e nei canali, questo piatto viene mangiato molto frequentemente e, se cotto in modo magistrale, può essere una vera e propria rarità gastronomica.

sabato 19 luglio 2008

Dialetto romagolo (testo)

Dialetto romagnolo
.

Il dialetto romagnolo è un dialetto della lingua emiliano-romagnola parlato in Romagna e nella Repubblica di San MArino; è caratterizzato da un forte rilievo delle consonanti nelle parole e da una notevole moltiplicazione dei fonemi vocalici (rispetto all'italiano, che ne ha solo 7). Esistono comunque varie forme del dialetto stesso. Ad esempio quello ravennate è abbastanza differente da quello forlivese ma anche da quello cesenate e riminese.Linguisticamente, il centro è rappresentato dalla zona di Forlì-Faenza, mentre, a mano a mano che ci si sposta verso la periferia dell'area linguistica romagnola, le caratteristiche si vanno facendo sempre meno peculiari.
In particolare Dante Alighieri, nel De vulgari eloquentia vede nella città di Forlì il "meditullium" della Romagna, cioè la sua zona centrale, anche dal punto di vista linguistico. Si noti, infatti, che anche tra faentino e forlivese esistono delle differenze.
Sono dialetti ancora romagnoli quelli di parte delle Marche e della Repubblica di San MArino, ad esempio il montefeltrino e il sammarinese che possono essere considerati a tutti gli effetti varianti del dialetto romagnolo, comprese le parlate di buona parte delle località della provincia di Pesaro e Urbino settentrionale. Altre località a lingua romagnola sono la città di Imola che si trova al confine della Provincia di Bologna e alcuni paesi della provincia di Ferrara confinanti con la provincia di Ravenna, come ad esempio la città di Argenta in cui coesistono sia abitanti a cultura romagnola che abitanti a cultura ferrarese.
Il dialetto romagnolo ha antiche origini neolatine; ad esso va geneticamente riconosciuta pari dignità con l'italiano e il toscano che col romagnolo sono lingue sorelle. La fortuna del toscano, che da lingua regionale è diventata, dopo lunghe vicissitudini, la lingua dell'Italia intera, non fu determinata da valori linguistici, ma da fattori culturali e storico-politici.L'evoluzione spontanea delle lingue neolatine è proceduta attraverso regole rigorosamente rispettate. Uno dei tratti che le accomuna tra loro è, per esempio, la scomparsa della flessione (declinazione) dei sostantivi. Il romagnolo non fa eccezione.La differente evoluzione del romagnolo rispetto ai dialetti dell'Italia centrale è dovuta:
al retaggio greco-bizantino dei secoli VI, VII e VIII,
alla diversa esposizione agli influssi germanici (prima e dopo le invasioni barbariche),
alle diverse caratteristiche del latino parlato al di qua e al di là dell'Appennino,
all'esistenza di un substrato celtico (secondo l'Ascoli) presente in tutte le parlate a nord degli Appennini (tranne il veneto).
Ecco comeFriedrich Schurr, un linguista austriaco che a lungo ha studiato il dialetto romagnolo, spiega quanto fu decisivo il periodo greco-bizantino: la parlata romagnola acquisì i suoi caratteri distintivi fra il VI e l'VIII secolo, quando ciò che restava dell'Esarcato bizantino si trovò isolato politicamente e culturalmente dal resto della Val Padana. Esso assunse così la sua specificità rispetto ai dialetti del resto della zona padana che erano invece sotto il dominio longobardo.
Per quanto riguarda gli influssi delle parlate germaniche, lo studioso Guido Laghi ha individuato due parole derivanti dalla lingua degli Ostrogoti che sono entrate nel romagnolo. La radici di "bere smodatamente" e "russare", da cui trinchêr e runfêr sono infatti un lascito del popolo di Teodorico (che è sepolto a Ravenna).
E se volete cimentarvi con un corso di dialetto romagnolo eccovi il link: http://http://www.comunesaludecio.it/sezioni/turismo/dialetto/indice.htm

Dialetto: poesia in dialetto roagnolo (testo)

E’ PURET CHE E’ TRUVÈ UNA GARNËLA ’D FURMINTÔN
Raccolta da Libero Ercolani, nel 1966, per la voce di Giselda Guardigli, della zona di Pieve Quinta. Dialetto delle Ville Unite (Ravenna).
U j’era una völta un puret ch’e’ truvè una garnëla ’d furmintôn e u la purtè int una ca, parchè i ’l j’a tnèss da cônt. Quând u la j’andèp a tu’ i j’ i dèss ch’u ’l j’a eva magnêda un galet." Alora a m’darì e’ galet! ", e lô i j’e’ dasè.E’ dè dop e’ purtep e’ galet int un’êta ca, e quând ch’u l’andèp a tu’ i j’ i dèss ch’u s’l’era magnê e’ pörc." Alora dasìm e’ pörc! " e lô i j’e’ dasè.La matena dop e’ purtè e’ pörc int un’êta ca, parchè I j’e’ tnèss da cônt, e quând ch’e’ turnè a tul i j’i dsè: " U j’ha dê un chilz la vaca e la l’ha mazê. "" Alora dasìm la vaca! " e lô i ’l’a dasè.La matena dop e’ purtè la vaca int un’êta ca, parchè i ’l j’a tnèss da cònt, e quând che e’ turnep a tula i j’i dèss:" La vaca la n’ gn’è piò: la ragaza la j’ha lassê avert la stala e li la è scapêda. ""Alora me a voj la ragaza! " e lô i ’l j’a dasè.
Intânt ch’u s’la mneva a ca, e’ pinseva: " Gvêrda coma ch’a so andê bén! D’int ’na garnëla ’d furmintôn a j’ho cavê un bël galarén; d’int un galarén a j’ho cavê un ninén; d’int un ninén a j ’ho cavê una vaca, e d’int una vaca a ’ho cavê una bela ragaza! "

IL POVERO CHE TROVÒ UN CHICCO DI GRANTURCO

C’era una volta un povero che trovò un chicco di granturco, e lo portò in una casa perché glielo conservassero. Quando andò a riprenderlo gli dissero che l’aveva mangiato un galletto."Allora mi darete il galletto! ", ed essi glielo diedero.Il giorno dopo portò il galletto in un’altra casa e quando andò a riprenderlo, gli dissero che se l’era mangiato il maiale."Allora datemi il maiale! ", ed essi glielo diedero.La mattina dopo portò il maiale in un’altra casa, perché glielo tenessero di conto, e quando ritornò a riprenderlo gli dissero:" Gli ha dato di calcio la mucca e lo ha ucciso. ""Allora datemi la mucca!", ed essi gliela diedero.La mattina dopo portò la mucca in un’altra casa, perché gliela tenessero di conto, e quando tornò a riprenderla gli dissero:" La mucca non c’è più: la ragazza ha lasciata aperta la stalla ed essa è scappata.""Allora io voglio la ragazza! " ed essi gliela diedero.
Mentre se la conduceva a casa, pensava: "Guarda come sono andato bene! Da un chicco di granoturco ho ottenuto un bel galletto; da un galletto ho ottenuto un maialino; da un maialino ho ottenuto una mucca, e da una mucca ho ottenuto una bella ragazza! "

venerdì 18 luglio 2008

ENOGASTRONOMIA (testo)

LAMBRUSCO

Vino rosso tipico della provincia di Modena. Ha un bel colore porpora lucente, dotato di sapore asciutto, di corpo, e frizzante, profumo vivace con un sentore di violetta. Ottimo con i salumi, i bollliti e altri piatti locali. Il suo nome deriva dalla 'lambrusca selvatica' dei Romani, da cui discende. Gradazione alcolica minima: 11°.

SANGIOVESE DI ROMAGNA

Vino prodotto nell'area compresa fra Forlì e Ravenna da uve di Sangiovese. E' di colore rubino lucente con riflessi più chiari. Asciutto di sapore, con un lieve accenno amarognolo, ha profumo che richiama delicatamente le violette. Gradazione alcolica minima: 11,5°.

ALBANA DI ROMAGNA

Di origini antiche, già conosciuta ai tempi dei Romani. Il suo nome deriva da Albus, bianco. Questo vino ha quattro varietà: secco, amabile, dolce e passito. L'Amabile, il più apprezzato e interessante dei quattro tipi, viene prodotto in un'area compresa tra Bologna e Rimini. Ha un bel colore oro brillante e profuma di frutta; il suo sapore è morbido e amabile con un fondo appena amarognolo. Adatto ai piatti della locale cucina, ma anche al dessert soltanto. Va servito fresco, intorno ai 10°. Gradazione alcolica minima: 12°.

GOTTURNIO

Vino dei colli piacentini, asciutto e appena abboccato accompagna la pasta asciutta e in brodo con condimenti piccanti e gli arrosti di carni bianche e di maiale.

TREBBIANO DI ROMAGNA

Vino romagnolo secco molto apprezzato. Adatto per accompagnare il pesce, la piadina e i passatelli.

martedì 15 luglio 2008

Dialetto Ferrarese (testo)

Ecco la spiegazione che ne dà Wikipedia

Il ferrarese è un dialetto di tipo gallo-italico dell'emiliano-romagnolo parlato in provincia di Ferrara. È abbastanza simile ad altri dialetti dell'emiliano sia nel lessico che nella forma. Alcune caratteristiche comuni di questi dialetti sono la posizione della negazione all'interno della frase, che occupa l'ultimo posto in caso negazione del verbo (a n'ag ved brisa = "non ci vedo"), oppure che precede il sostantivo (an ghè brisa pan = "non c'è pane"). A causa della sua posizione, Ferrara ha subito diversi influssi linguistici dalVeneto che ne hanno modificato la pronuncia. Le differenze di pronuncia sono nell'ambito della provincia amministrativa stessa e formano il gruppo dell'Emiliano nord-orientale. I dialetti parlati a Copparo e Bondeno differiscono dal ferrarese cittadino e, al contempo, sono leggermente diversi tra loro. Più marcata differenza sussiste con i dialetti di Comacchio e Argenta, spesso classificati come dialetti a sé.
Esempio

Padre Nostro
Padar Nostar che t'iè in ziel,cha sia santificà al to nòm, A viena al tò regn, sia fata la to voluntà, com in ziel e acsì anch in tera. Das inquò al nòstar pan quotidiàn, scanzela i nostar debit, come nu a li scanzlen ai nostar debitòr, e brisa faras cascar in tentazion ma libras dal mal.Amen
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.Amen


Un caso a parte è invece Comacchio e la sua zona valliva, dove si parla un dialetto marcatamente differente dal ferrarese e considerato pertanto dialetto a sé. Alcuni termini e regole grammaticali del dialetto ferrarese sono simili o del tutto uguali alle regole francesi: ad esempio, l'uso del soggetto è sempre obbligatorio; nella forma riflessiva la particella riflessiva precede il verbo; nelle forme interrogative si applica l'inversione soggetto/verbo. Tali analogie, comuni per altro a quasi tutti i dialetti dell'Italia Settentrionale, vengono da molti erroneamente ricondotte alle dominazioni straniere dei secoli passati.

lunedì 14 luglio 2008

MUSEO DEL SALE E VISITE GUIDATE NELLE SALINE

Il Museo del Sale di Cervia occupa un'ampia ala del magazzino del sale del '600. Per comprendere meglio le caratteristiche del Museo è di aiuto un percorso guidato che illustra l'importanza del sale (chiamato ORO BIANCO) e tutto ciò che ha caratterizzato la storia di Cervia e della sua salina. Per illustrare questi temi, sono stati installati pannelli, immagini e plastici, audiovisivi. C'è una sala dedicata agli strumenti utilizzati in passato per la produzione del sale col sistema artigianale a raccolta multipla ed è possibile ammirare la BURCHIELLA.
La Burchiella è la barca che può contenere 80 quintali di sale circa, costruita in metallo a fondo piatto.

Si possono fare delle escursioni guidate nelle oasi con diverse tematiche per far conoscere la flora, la fauna e la produzione del sale. Si possono organizzare gruppi di scolaresche con insegnante, in barca elettrica o passeggiata, con guida e binocolo. Sarà una giornata intensa, da ricordare, a contatto con le meraviglie della natura!

GLI ABITANTI DELLE SALINE


Nelle saline ci sono Molluschi (Gasteropodi e Bivalvi), Anellidi, Crostacei ed Insetti. La loro presenza è molto importante perchè oltre a partecipare alle catene alimentari e conseguentemente all'ecosistema, forniscono nutrimento per i numerosi uccelli presenti, riutilizzando le sostanze organiche.
I Chironomidi (gen. Chironomus) sono insetti simili alle zanzare, vivono sui fondi limosi e le larve sono di color rosso intenso per la presenza di emoglobina. Nelle serate estive passeggiando lungo gli argini delle saline, è possibile vedere questi grandi sciami totalmente innocui ma che vengono spesso scambiati per zanzare.
L'Artemia salina, è un piccolo crostaceo rossastro lungo al massimo 15, importantissima per la produzione di sale e perchè rende limpida l'acqua delle vasche nutrendosi di alghe e detriti. Da aggiungere che facilita l'evaporazione (aiutando la penetrazione dei raggi solari) e se pur piccolo come animale, è anello fondamentale della catena alimentare delle Saline.

Comacchio nella "you are beautiful" community (testo)

Passeggiando per Comacchio è facile imbattersi in scritte gigantesche che riportano la frase YOU ARE BEAUTIFUL. Non possono passare inosservate, se non altro per le loro dimensioni. Sul ponte della Valle di Fattibello a questa scritta se ne affianca un'altra, composta esattamente con la stessa tipologia grafica, lo stesso colore e la stessa grandezza e che dice TIE' UNE MEREVIE, la traduzione comacchiese di YOU ARE BEAUTIFUL.
Il fatto è curioso ed ancora più curiosa è l'origine della scritta. A Chicago 4 anni fa un gruppo di artisti, rimasti nell'anonimato, si è riunita e ha deciso di promuovere un messaggio che andasse a rafforzare l'autostima e il valore di sè che ognuno ha. E' stato proposto questo "slogan"che ha cominciato ad apparire (per opera di questi artisti americani) sui muri e sugli edifici della città, ogni artista progettava il modo di scrivere una delle lettere della frase in modo che ognuno di loro contribuisse alla creazione di questo meraviglioso messaggio. A Chicago questa scritta è comparsa in ben 8 lingue e da allora molti artisti hanno più o meno tacitamente aderito a questo progetto divulgativo riportanto la frase in tante altre città e paesi. Nessuno sa a tutt'oggi chi siano i promotori di questa iniziativa che si sta diffondendo a macchia d'olio nel mondo e che ha come unico scopo quello di opporsi in maniera molto elegante e pacifica ai messaggi pubblicitari che hanno come unico scopo quello di convincere a comprare. Questo messaggio ha lo scopo di convincere chi legge ad apprezzarsi e valutarsi in un mondo che mina la sicurezza dell'individuo alle basi.
Tutto questo, non si sa bene come, è arrivato anche a Comacchio.
Se volete saperne di più andate a visitare il sito: http://www.centerstagechiacago.com/

Dialetto: la zità ad Frara (testo)

Qui di seguito una brava descrizione della città di Ferrara in dialetto ferrarese....a voi la traduzione!

Frara (Ferrara in Italiàn) l'è na zità ad 133.266 abitànt int l'Emiglia-Rumagna e la capitàl dl'omònima Pruinza.
Frara la stà in sal Po ad Vulan e la g'ha na strutura c'la risàl al XIV sècul, quand la iéra guvarnàda da la famjè d'Este. L'è stada la prìma zità in Europa ad averagh un diṡegn prezìs fàt da n'architèt (al grànd Biagio Rossetti) e par la sò strutura tìpica dal Rinasiment e par il sò monumènt e il sò blézi l'è stàda riconosùda Patrimòni Mundiàl dl'Umanità da l'UNESCO. L'è anch una dìl póchi zità dl'Italia ad averagh incóra al zentàr intàt e zircundà da'l mura, ch'iè anca lór cùmpagn a cum i éra tant témp fa.

Dialetto: poesia in dialetto ferrarese (testo)

L’Amór còs’èl
Amór l’è vlérass béncon anma e cuór,l’è desidèri ’d stars’avsìn,ciapars par man par aiutars’int il dificultàch’li j’è sémpar tanti.
Amór a vòl dir capirs,scambiars’i sentimént,sia bèi che brut,e santir che insiéma sa sta purassà bén.
Un bas, una carézza, un cumpliméntj’a da far bàtar fòrt al cuóre far cambiar culór.Int un abrazz bén strichass dév pruvàr in tut al còrpun frèmit, una scòssaach dà piasér ad vìvare al desidèri’d star unì par sémpar cóme s’ass fuss una persona sola.
Beniamino Biolcati

L'amore cos'è
Amore è volersi bene con anima e cuore, è desiderio di starsi vicini, prendersi per mano per aiutarsi nelle difficoltà che sono sempre tante.
Amore vuol dire capirsi, scambiarsi i sentimenti, sia belli che brutti, e sentire che insieme si sta molto bene.
Un bacio, una carezza, un complimento devono far battere forte il cuore, far cambiare colore. In un abbraccio ben stretto si deve provare un fremito in tutto il corpo, una scossa di piacere di vivere il desiderio di stare uniti per sempre come se si fosse una persona sola.

domenica 13 luglio 2008

Oasi (testo)

ITINERARI
Dalla Romea, svoltando poco piu' a sud del fiume Reno si raggiungono i centri di Mandriole e S. Alberto: portandosi sull'argine del fiume Reno, l'antico Po di Primaro, si può accedere ad un piccolo traghetto (affitto bici e canoe) che consente di arrivare sulla sponda opposta, in prossimità della valle Furlana posta nella parte meridionale delle Valli di Comacchio. Qui c'è in'oasi protetta dove nidificano e vivono aironi, garzette, volpoche e spatole.
Si può ammirare la splendida penisola di Boscoforte verso est e visitare l'Oasi di Volta Scirocco. Andando invece verso ovest, l'argine costeggia le ampie valli: proseguendo verso l'interno è doverosa una visita alla riserva naturale di Alfonsine: habitat ricco di stagni e boschetti.
Dalla SS.Romea voltando per Via del Fossatone si entra nella secolare pineta S.Vitale fino a raggiungere un'ampia radura dove sorge la Cà Vecchia che dà informazioni e documentazione del Parco. Si snoda da qui, un percorso fruibile a piedi o in bicicletta, che consente di visitare la caratteristica chiesetta della Madonna del Pino, di attraversare i ponticelli sul canale Fossatone, di raggiungere bassure dove ammirare aironi, folaghe, anatre. Infine, si può ammirare la Pialassa Baiona, una laguna salmastra ricca di pesce e avifauna.
La Valle Baiona può essere raggiunta anche da Casal Borsetti, da Via delle Valli e dalle località di Porto Corsini e Marina Romea. Dalla SS.Romea è facile raggiungere la foresta allagata di Punte Alberete, presso il canale Fossatone: c'è un piccolo parcheggio situato in fregio alla statale si può visitare l'oasi all'interno. Il percorso dura circa 2 ore e grazie a comodi punti di osservazione si possono vedere aironi, germani, martin pescatori, sgarze e morette tabaccate.

La Fauna del Delta (testo)


Gli ambienti del Delta, ospitano comunità di animali con notevole importanza naturalistica: ogni specie interagisce con il territorio, un connubio di terra e acqua che favorisce l'habitat e con le altre specie presenti. L'ecosistema si presenta abitato da diversi anfibi e rettili qulai la Rana agile, verde e dalmatica, Rospo comune e smeraldino, Raganelle, Tritoni, Testuggini e Bisce d’acqua. L’ambiente umido del Delta ospita tra i mammiferi il Tasso, la Donnola e la Faina; anche la Lepre è presente e da sottolineare anche la Volpe, che è il predatore più grande nel territorio.
Fra i micromammiferi il Riccio e la Talpa sono abbastanza diffusi.
Tra i roditori si ricorda:l'Arvicola d’acqua, il Topo selvatico e il Toporagno comune. La Nutria, simile ad un grosso ratto è originaria del sud america ed è ormai diffusa in tutto il Delta.
AVIFAUNA

In grande quantità, gli uccelli popolano l'area del Delta del Po, oltre 350 specie, nidificanti, migratori e svernanti di importanza nazionale o internazionale. Si possono facilmente osservare l’Avocetta, il Cavaliere d’Italia, la Garzetta, l’Airone cenerino il bianco ed il rosso, il Cormorano, lo Svasso, la Volpoca, il Germano reale, il Fischione, il Falco di palude ecc.
ITTIOFAUNA

Fra le specie di più antica introduzione troviamo la Carpa, il Carassio, il Pesce gatto, il Persico sole, il Lucioperca, la Tinca.
Di recente è l'immissione del Siluro che sta minacciando seriamente molte specie autoctone (specie che si è originata ed evoluta nel luogo in cui si trova); per le specie endemiche (specie distribuita in un territorio limitato e ben definito) si citano lo Storione cobice ed il Luccio.
Degni di nota sono anche le specie alofile (flora e fauna legate agli ambienti prevalentemente salmastri) che vivono negli ambienti salmastri (lagune e valli) del Delta.
Di pregio economico si allevano spigole (o branzini), sogliole, cefali, orate, passere e zatterini e l’anguilla, catturata con il singolare strumento chiamato lavoriero.
Tra gli invertebrati particolare importanza ricoprono i molluschi e i crostacei. Le specie più diffuse sono l’ostrica, la vongola, i cannolicchi, granchi, canocchia, i mitili.
Alcune di queste specie, dall’elevato valore commerciale, vengono allevate (molluschicoltura) in sacca ed in laguna.

giovedì 10 luglio 2008

Dialetto: breve glossario ferrarese-italiano (testo)

Elenchiamo qui, in ordine alfabetico alcuni termini in dialetto ferrarese con traduzione in italiano. Alcuni di voi potrenno osservare come alcune parole ferraresi assomiglino nella forma a parole di altri dialetti del nord Italia o come in alcune parole si possa notare la derivazione da altre lingue (per esempio la parola cetriolo). A voi le più svariate osservazioni!

Ai: - Aglio
Asè: - Aceto
Avril: - Aprile.
Agòst: - Agosto
Bagigi: - Arachidi.
Bàioch: - Soldi.
Balon: - Pallone
Barzléta: - Barzelletta
Baucàr: - Blaterare.
Bigul: - Ombelico.
Braghe: - Pantaloni.
Brazadela: - Ciambella.
Brògna: - Prugna.
Budlòn: - Ciccione -Pancione.
Buridòn: - Spintone.
Camìsa: - Camicia.
Caplàzz: - cappellacci di zucca
Capliti: - Cappelletti.
Ciacaràr: - Chiaccherare.
Ciapàr: - Prendere.
Ciocapiat: - rompiscatole
Cucombar: - Cetriolo.
Dabòn ?: - Davvero ?.
Dizembar: - Dicembre.
Dmenga: - Domenica.
Dsòra: - Di sopra.
Dsòta: - Di sotto.
Favrar: - Febbraio.
Femna: - Femmina
Fiapp: - Appassito, avvizzito.
Fichét: - Tuffo.
Filò: - Conversazione
Furmai: - Formaggio.
Furzìna: - Forchetta.
Gàta: - Raffreddore.
Granadèl: - Scopa.
Granz: - Granchio.
Imbambì: - Rimbambito.
Imbariag: - Ubriaco.
Impizàr: - accendere.
Incantà/Imbalzà: - sciocco, babbeo.
Ingòssa: - Nausea.
Insamnì: - Scimunito, citrullo.
Langòria: - Cocomero.
Luni: - Lunedì.
Lus: - Luce.
Magg: - Maggio.
Maranziana: - Melanzana.
Marti: - Martedì.
Marz: - Marzo.
Mazlàr: - Macellaio.
Mercul: - Mercoledì.
Muneda: - Moneta.
Narànza: - Arancia.
Nuembar: - Novembre.
Om: - Uomo.
Pàciara: - Pozzanghera.
Paciùgh: - Spazzatura, Pattume.
Panza: - Pancia.
Piomba: - Colpo di Sonno
Pipai: - Tappo.
Piriòt: - Imbuto.
Pòntagh: - Topo.
Pressia: - Fretta.
Pui: - Pollo.
Puina: - Ricotta.
Purasà: - Assai.
Putin: - Bambino.
Rùzna: - Ruggine; sporco
Sabat: - Sabato.
Setembar: - Settembre.
Sevad: - Insipido.
Smurzar: - Spegnere.
Spipulàr: - Bisbigliare.
Sfòia: - Sfoglia.
Tirache: - Bretelle.
Tlàrina: - Ragnatela.
Usdàl: - Ospedale.
Usél: - Uccello.
Utobar: - Ottobre
Vècia: - Vecchia - Befana – Epifania
Vénar: - Venerdì.
Viàz: - Viaggio.
Zàl: - Giallo.
Zàpèl: - Disordine – Caos
Zàrieza: - Ciliegia.
Zdòra: - Massaia.
Zìola: - Cipolla
Zizàra: - Brina.
Znar: - Gennaio.
Zòan: - (M) Giovane.
Zòvna: - (F) Giovane.
Zòzz: - Sporco (agg.)
Zucòn: - Testardo.
Zugn: - Giugno.

martedì 8 luglio 2008

http://www.parcodeltapo.org

Dialetto:poesia in dialetto comacchiese (testo)

Cmàc
Cmàc, Sulitérie e stënche spcadàureImmërse int'le quìete d'il tue acq,travarsà da val e da canài,vàin e artèri d'un cùer amalà.Cmac,fiàur salvëdég d'àcque salmästre,sdraià s'un lät d'ërbe pelustre,incantà, t'usèrv con oc surniòn'i betlén' g'vàn fùerede i vird lebirìnt d'àcque,il cà ch'il s'ispàce in s'i canài,al vàul d'une cucalàte a spass pr'el sìeli ptén' ch'is rincàur s'il riv,l'erlùi dla tàur,ch'el schendés al tëmp c'à bäle pasà.
Comacchio
Comacchio,solitaria e stanca pescatrice,immersa nella quiete delle tue acque,attraversata da valli e da canalivene e arterie di un cuore malato.Comacchio,fiore selvatico d'acqua salmastra,coricata sopra un letto d'erba palustre,incantata osservi con occhio sornionei battelli che esconodai verdi labirinti d'acqua,le case che si specchiano nei canali,il volo di un gabbiano a spasso per il cielo,i bambini che si rincorrono sulle rive,l'orologio della torre,che scandisce il tempo già trascorso.
Poesia di F. Luciani tratta dal libro:" un penirén' pén' ed ricòrd". (Ramberti RN)

Un crogiolo di dialetti (testo)

Il parco del Delta si estende parzialmente sulla regione Emilia-Romagna (dove ricade sotto la tutela del Parco Regionale del Delta del Po Emilia Romagna e interessa le province di Ferrara e Ravenna) e parzialmente sulla regione Veneto (dove ricade sotto la tutela e la gestione del Parco del Delta Veneto e interessa la provincia di Rovigo)
L’area che copre è veramente vastissima e attraversa ben 3 province e un gran numero di comuni anche se l’area più tipicamente identificata con il Delta del Po è quella a ridosso della foce, a cavallo tra la provincia di Ferrara e di Rovigo.
Un’altra zona molto distintiva del parco del Delta sono le Valli di Comacchio che si trovano appena più a sud ed è qui che troviamo una peculiarità linguistica che all’orecchio dei più attenti può forse suscitare qualche curiosità.
E’ proprio nel comune di Comacchio che si possono sentire una notevole varietà di inflessioni dialettali in realtà molto diverse fra loro. Si sentono la cantilena del comacchiese e la rusticità del ferrarese e del romagnolo. In realtà tre realtà dialettali ben distinte ma che convivono in questo piccolo comune.
In parte lo si deve alla relativa lontananza di Ferrara da Comacchio che è più vicina a Ravenna e al fatto che ai Lidi Ferraresi, fulcro turistico del comune, si siano insediate, a partire dagli anni 60 famiglie provenienti appunto dalla Romagna, dal ferrarese e ovviamente da Comacchio.
E’ strano che la gente dica “Che bello il vostro dialetto”…..ma quale?

Pesca delle vongole (foto)


Pesca delle vongole (FOTO)

Lavorazione del sale nelle saline di Cervia (FOTO)


Il famoso Trepponti di Comacchio (FOTO)


martedì 1 luglio 2008

Terra ricca di fascino (foto)


centinaia di fenicotteri nelle saline vicino Cervia.

venerdì 9 maggio 2008

Un aiuto linguistico: la fauna

In questa terra sentirete parole che dovete assolutamente conoscere....
SALINA - vasche in cui viene prosciugata l'acqua per ricavare il sale
ANGUILLA - pesce di forma simile al serpente marino con ottimi utilizzo in cucina
PIADINA - specie di pane piatto che si cucina su una piastra e che viene farcito con formaggio (SQUACQUERONE) o con salumi o a piacere
PINETA - bosco tipico della zona fatto di pini marittimi
VALLI - estensioni d'acqua dolce alle spalle del mare
NOMI DI UCCELLI tipici della zona: CORMORANO, MARANGONE, AIRONE, CICOGNE, FENICOTTERI, GAZZE, GABBIANI, POIANA, FALCO PELLEGRINO, FAGIANO, GALLINELLA D'ACQUA, GRU
NOMI DI RETTILI tipici della zona: TARTARUGHE, VIPERA, LUCERTOLA, RAMARRI,
NOMI DI MAMMIFERI tipici della zona: LEPRE, CONIGLIO SELVATICO, NUTRIA, SCOIATTOLO, VOLPI, DAINO
NOMI DI PESCI tipici della zona: STORIONE, ANGUILLA, CARPA, PESCE GATTO, SILURO, CEFALO, GO'

escursioni eno-gastronomiche

Benvenuti nel Delta del Po,
oasi di verde e di pace.
Vi condurremo per pinete e saline proponendovi percorsi in bicicletta oltre che su barconi attrezzati per la pesca. Vi faremo conoscere un mare storico reso famoso dalla Serenissima Repubblica di Venezia. Dall'alba al tramonto, a pochi chilometri da Padova, potrete gustare anche la tipica cucina emiliano-romagnola con sfumature venete.
Vi proporremo anche itinerari didattici che potrebbero arricchire il vostro bagaglio linguistico e storico-culturale specifico della zona.
Delta del Po.....è un peccato non viverlo!